Marco Travaglio

La nuova esperienza a il Fatto Quotidiano

Marco Travaglio è co-fondatore, editorialista e dal 15 ottobre 2010 vicedirettore de il Fatto Quotidiano, il nuovo giornale uscito in edicola il 23 settembre 2009 diretto da Antonio Padellaro.

Tale quotidiano è stato annunciato dal giornalista e dagli altri co-fondatori come risposta ad una situazione editoriale italiana da molti sentita come non completamente libera, viziata dalle ingerenze dei poteri politici, finanziari e industriali che generalmente costituiscono, finanziano e influenzano la grande informazione e la stampa nazionale. Per queste ragioni il Fatto Quotidiano – di cui sono proprietari in piccola parte anche lo stesso Travaglio, il direttore Padellaro, ed altri giornalisti membri della redazione – è stato fondato sulla base di scelte del tutto peculiari, come la rinuncia all’utilizzo di finanziamenti pubblici, un equilibrio economico basato principalmente sui ricavi dalle vendite e limitato nella pubblicità, nonché l’impiego di rigorose norme statutarie che prevedono il frazionamento della proprietà su piccoli soci, senza possibilità dunque di avere un azionista di controllo. Per tutte queste ragioni Travaglio e gli altri co-fondatori hanno sempre rivendicato la piena libertà e indipendenza del loro giornale, che a differenza degli altri considerano «senza padroni», libero di «dare davvero le notizie», e di raccontare «quello che gli altri non dicono».

Il 5 maggio 2010, assieme ad Antonio Padellaro, è stato ospite alla London School of Economics and Political Science, per una conferenza dal titolo The Status of Freedom of Information in Italy (Lo stato di libertà dell’informazione in Italia), nella quale il tema centrale è stato, per l’appunto, la libertà di stampa in Italia.

Collocazione politica

Travaglio si definisce un liberale da sempre; o meglio, come lui stesso afferma, “liberal-montanelliano”. Nella sua ormai celebre intervista rilasciata a Daniele Luttazzi nella trasmissione Satyricon (2001), ha dichiarato di essere un liberale (precisamente «un allievo di Montanelli») che ha trovato “asilo” nell’area di sinistra, ma che non si identifica in quest’area politica. E in interviste più recenti (2010), confermando tali dichiarazioni, ha ribadito piuttosto di avere idee molto più vicine a posizioni che, in altri paesi, normalmente considera rappresentate dalla destra.

In un’intervista rilasciata nel 2008 a Claudio Sabelli Fioretti, riportata nel libro Il rompiballe, Travaglio dichiara: «in Francia voterei a occhi chiusi per uno Chirac, un Villepin». «In Germania voterei Merkel sicuro. Mi piacevano molto Reagan e la Thatcher». Ma conclude: «la mia destra non esiste. È immaginaria. È la destra liberale. Cavour, Einaudi, De Gasperi, Montanelli. Tutti morti».

Durante la trasmissione Dodicesimo round ha dichiarato che nelle elezioni 2006 ha votato al Senato «senza turarsi il naso per la prima volta»: questo perché l’Italia dei Valori, afferma Travaglio, «mi ha fatto il regalo di candidare una persona che stimo e che mi onora della sua amicizia, Franca Rame».

Sul blog di Antonio Di Pietro, viene pubblicato il 29 marzo 2008 un articolo di Travaglio dove esprime pubblicamente il suo voto ancora a favore dell’Italia dei Valori per le elezioni politiche del 2008, aggiungendo però «in attesa di un nuovo Einaudi o un nuovo De Gasperi», confermando la sua ispirazione liberale.

Sul blog Voglioscendere, il 5 giugno 2009, alla vigilia delle elezioni europee ed amministrative 2009, dichiara l’intenzione di sostenere con il voto, ancora una volta, l’Italia dei Valori, perché soddisfatto del suo modo di fare opposizione al governo Berlusconi.

Fonte: Wikipedia

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