Mostra antologica AzzardArte: Mimmo Di Laora a cura di Antonio Giordano

La mostra dell’artista Mimmo Di Laora, classe 1955, casertano di nascita ma prima fiorentino, poi milanese e infine Praenestino d’adozione, presenta un’antologia della sua ricerca tecnica e stilistica, che spazia dalla pittura all’incisione, alla scultura, all’installazione, alle tecniche miste. Nella Scultura la tecnica mimetica mostra un abile virtuosismo della tradizione, nota per la vasta cultura dovuta alla formazione all’Istituto d’Arte, all’Accademia di Belle Arti di Napoli e alla lunga attività didattica, dall’ABA di Brera (Scultura) ai Licei Artistici di Sesto Fiorentino, Sassari, Marino e Henri Matisse di Cave. La qualità formale delle sue opere rievoca maestri della scultura fiorentina del ‘400 nella Flagellazione (esposta in omaggio al card. Sforza di Santa Fiora, committente della Villa) e nella Deposizione, simile a quella nella Pinacoteca d’arte sacra di Palazzo Vittone a Pinerolo (TO). Il realismo delle sculture in dimensioni reali, invece, sono eredi della scultura napoletana dell’800, di Vincenzo Gemito, ma Elis, ragazzo sullo sgabello, è assorto in una moderna e sospesa dimensione malinconica. Mia madre raggiunge vette espressive significative per la capacità di introspezione psicologica nell’indagine guidata dall’affetto. Marzia, ginnasta col cerchio, di primo acchito rimembra le ballerine di Degas ma anziché un movimento bloccato e conchiuso, espande come un fiore la grazia adolescenziale e l’energia della fanciulla nel gesto proteso del braccio. In Adamo ed Eva: i principi del maschile e del femminile, fusi nella stessa unità, esprimono la tensione di “doppi” in viaggi onirici e surreali. Caduta, bimbo sorridente con gli arti tesi verso l’abbraccio materno, riesce ad animare la fredda materia, comunicando l’affetto filiale del puer. L’artista sperimenta nelle tecniche e nei materiali, prendendo a modello anche la propria immagine. A testimoniarlo sono la testa Autoritratto plastico, nel quale le mani riescono a plasmare la materia con l’abilità e l’umiltà delle sue radici legate alla terra, in un già notato rapporto non solo etimologico tra humus e humilis. Nell’Autoritratto in pittura, invece, lo stesso vigore volumetrico è reso tridimensionale dal contrasto chiaroscurale, in un’accesa sinfonia cromatica tra tonalità fredde e calde. In installazioni, opere su legno a fondo oro e incisioni lo stile evolve verso una narrazione favolistica, dal simbolismo ludico e onirico, vagheggiando un ritorno all’età felice dell’infanzia, della libertà di azione e di creazione, della fantasia demiurga di un mondo senza ingiustizie né violenze, una saturnina età dell’oro e della gioia non soggetta ai capricci della Fortuna. Ad essa alludono i dadi, presenti nelle sue opere ma anche nello stemma di Castell’Azzara perché vinto da un Aldobrandeschi al gioco della zara, citato da Dante Alighieri nella Commedia (Purgatorio VI, 1-9) e poi da Ludovico Ariosto nelle Satire: «Ma tosto che n’hai, pensa che la cara/ tua libertà non meno abbi perduta/ che se giocata te l’avessi a zara». Dopo una lunga attività espositiva, la mostra antologica dell’artista Di Laora espone 51 opere a rappresentare una ricerca dagli anni ’90 al 2025 di indagine sul dialogo tra Uomo e ambiente (installazioni sull’inquinamento e cambiamento climatico: Silenzioso lamento del pianeta), tra Arte e Natura (perdita della biodiversità: Pinguino di Adelia, in via d’estinzione) il viaggio dell’esistenza tra la dimensione onirica del sogno (il letto, scala= sogno di Giacobbe, ascesa spirituale, la Luna, serie di incisioni Sogni e Angeli, il cavallo, la casa fiabesca), simboli e allegorie (il geco=la meridiana, il Tempo), memorie d’infanzia (il Vesuvio, colonne di Ercolano e Pompei) e ludus (cavallo a dondolo, gioco della cavallina, trottola, yo-yo, barchette di carta, altalena, dadi=imprevedibilità), cercando di svelare con l’arte il mistero della vita, l’azione umana globale e l’Antropocene: un rischioso giocod’azzardo.
Il curatore della mostra e del catalogo Antonio Giordano
Tel. 353 4452803
Artista: [email protected]
Organizzazione e Curatela: [email protected]
Dove dormire: B&B Località La Pietrella, Castell’Azzara (GR)
[email protected] +39 328 2865974
Dove mangiare: Osteria Maccallè, Via Camillo Bologna 10, San Giovanni delle Contee (GR)
Agriturismo Le Paicciole, Castell’Azzara (GR)
Ringraziamo il Comitato Sosteniamo Villa Sforzesca

📢 ATTENZIONE: Il programma dell’evento potrebbe subire variazioni. Per aggiornamenti ufficiali su orari, attività e dettagli organizzativi, ti invitiamo a consultare i canali ufficiali, come il sito web e le pagine social dell’evento.

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