In concomitanza con l’edizione 2025 della Mostra della Ceramica di Castellamonte, dal 23 agosto al 14 settembre, il “Centro Ceramico Museo Fornace Pagliero 1814”, in frazione Spineto, 61, a Castellamonte (To) propone un carnet di mostre eccezionali tra cui scegliere.
Per Daniele Chechi, presidente del Centro Ceramico Fornace Pagliero, è un importante momento per fare il punto della situazione: “Continua il progetto iniziato da oltre venti anni per la conservazione dei fabbricati per uso artistico, culturale e museale di un sito d’eccellenza del territorio castellamontese. Con il massimo impegno lavoriamo per attivare sinergie e scambi mirati a valorizzare sempre più una cornice eccezionale dal punto di vista architettonico”.
Tornerà visitabile l’allestimento dedicato a “Giorgio Moiso: “Colore, Materia, Gesto”, con testo critico a cura del dottor Domenico Iaracá, curato da Antonella Gulli, che, dal 29 novembre, si sposterà a Savona, presso la Galleria Gulli Arte. Dopo l’apertura di maggio, la mostra torna a stupire con il maestoso Tappeto da viaggio: un pannello monumentale di circa trenta metri quadrati che rinsalda, nel luogo in cui è stato cotto, i rapporti con la città di Albisola in cui era stato plasmato. Il grande pannello sarà esposto per la mostra e rimarrà poi in permanenza negli spazi del Museo! L’antologica ripercorre i punti salienti della sua attività.
Un documento inviato dalla famiglia, riporta le parole di Moiso “Per me l’arte è una maniera di vivere. La mia più grande opera è la mia vita… le persone che ho conosciuto… i miei amici… la mia famiglia… le mie passioni… il mio lavoro. Distruzione e rinnovamento sono fondamentali nel mutevole percorso dell’arte…”.
Sempre dalla Galleria Gulli Arte, con testo critico e presentazione a cura di Domenico Iaracá e curatela di Antonella Gulli, arriva l’XI edizione di “Kéramos”. La ceramica, per il suo collocarsi tra artigianato e arte, è stata spesso relegata ad un ruolo minore, ma quante volte da un ambito artigianale sono scaturite esperienze artistiche di altissimo livello? Kéramos si prefigge, una volta di più, di rivendicare alla ceramica quel ruolo comprimario fra le arti che le compete. Il percorso di Kéramos in questi undici anni si è sviluppato negli spazi di Gulli Arte a Savona, con mostre collettive e personali, con collaborazioni con Musei, in eventi espositivi nazionali e non solo. “Kéramos In Grés” propone artisti storici, museali e artisti contemporanei: Leonardo Bartolini, Carlos Carlé, Evandro Gabrieli, Adriano Leverone, Sandro Lorenzini, Ylli Plaka, Atsushi Shimanda, Alessio Tasca, Vittore Tasca, Carlo Zauli.
Al primo piano della Fornace, negli spazi recentemente restaurati, sarà ospitata la mostra del Maestro Domenico Asmone con una personale intitolata “Cromatismi Materici”. Un’esposizione di opere in ceramica, sculture, altorilievi dai cromatismi magici, le quali interagiscono con tele materiche, in una visuale complessiva d’allestimento cromatico. Questa mostra si trasferirà in galleria Gulli Arte dall’11 ottobre al 23 novembre.
Nella rara se non isolata opera, prevalentemente bianca, le tracce di altri colori e i chiaroscuri della forma molto movimentata creano giochi di luce e d’ombra che rompono la monocromia. L’aspetto è ancora più evidente in opere in cui colori diversi si accostano gli uni agli altri. Indifferentemente in opere in due o tre dimensioni. Nelle opere pittoriche è il colore stesso che, in assenza di disegno o linee di contorno, crea la forma dei rari rimandi mimetici delle opere, con temi figurativi accennati dai titoli. Ad un romanticismo di matrice nordica, attento al medioevo e alle sue rovine, potrebbe a prima vista rimandare pure la citazione dei paesaggi culturali delle città in cui è vissuto, dalla nativa Bologna a Pistoia, paesaggi culturali richiamati negli stemmi e negli architravi scolpiti delle chiese dalle facciate bicrome, a fasce bianche e nere. Di fronte a questa esplosione di energia e vita, che trasuda dalle sue opere e interagisce con i paesaggi urbani citati senza tuttavia obliterarli, si è trascinati e animati.
Approda al Centro Ceramico di Spineto anche Alberto Schiavi, originario del modenese ma allievo dell’Istituto d’Arte “Felice Faccio” di Castellamonte, classe 1960, che ha avuto il privilegio di lavorare con i grandi personaggi della terracotta locale: Angelo Pusterla, Renzo Igne, Adriano Filippi e Guglielmo Marthyn. Le sue opere hanno una lavorazione leggermente patinata che si esprime con bassorilievo o a tutto tondo in stile classicheggiante. Molte opere sono ispirate a grandi capolavori del passato, ma non mancano ritratti ispirati a volti noti dell’arte, dello spettacolo o della spiritualità.
Esporrà alla Fornace anche Dante Fuoco con “Riletture del mondo, dal passato mitico all’oggi” e testo critico di Domenico Iacarà che scrive: “È stato detto più volte che gli artisti servono per aiutare tutti noi a leggere in modo più consapevole il mondo che ci circonda. Se l’affermazione può apparire troppo astratta, penso che il caso specifico della ricerca di Dante Fuoco possa renderla al contrario più tangibile e immediatamente comprensibile. Utilissimo il contributo dell’artista per farci rileggere i miti classici, per guidarci in particolare in una comprensione più profonda dell’aspetto umano delle vicende di chi, per definizione, umano lo era solo in parte. Semi-divini, ma in quanto tali allo stesso tempo semi-umani sottoposti all’umanissima condizione del dolore. Arrivando alla mostra odierna non possiamo che spostare la nostra attenzione alla quotidianità di tutti noi tramite un simbolo, la metafora dalla gabbia del nostro vivere quotidiano, materiale o immateriale che sia. Qui interviene un altro aspetto che contraddistingue la creatività tipica dell’artista, il suo utilizzo innovativo se non addirittura spiazzante dei repertori iconografici comuni. Per millenni l’uovo è stato utilizzato come simbolo di nascita e, da qui, addirittura di rinascita dopo la morte. In Dante Fuoco questa forma si trasforma inaspettatamente in un viluppo mortifero di spire, nella gabbia che dà il nome a diverse serie di suoi disegni e sculture. Artista versatile, Fuoco non fa differenza tra materiali utilizzati. Passa dalle due alle tre dimensioni, senza escludere le installazioni con una più marcata componente concettuale”.
Viaggia tra Oriente e Occidente la mostra “Nel segno della continuità”. La mostra raccoglie le opere di nove ceramisti del “Gruppo Arti Visive Granerolo”, nato nel cuore del Verbano-Cusio-Ossola. Attorno alla figura di Giovanni Crippa, ceramista e scultore di lungo corso, che torna a Castellamonte dopo vent’anni, si è formato un nucleo coeso di autori che, pur con linguaggi distinti, condividono la scelta di lavorare con la tecnica della ceramica ad alta temperatura. Il risultato è una costellazione di opere che affondano le radici in una tradizione globale e artigiana, ma parlano con voce assolutamente contemporanea. Saranno alla Fornace Andrea Bassino, Gabriella Bertinotti, Massimo Brusa, Salvatore Coi, Giovanni Crippa, Gregorio Della Vedova, Giuseppe Fiori, Roberta Maraviglia e Rossella Schiavini.
“L’espressione di un’artista è la sua anima resa manifesta” vuole essere un omaggio postumo a una grande artista canavesana: Anna Borrattaz. Il suo è un percorso contraddistinto dalla ricerca, dall’amore per la terra e la sensibilità verso la materia. La sua esperienza ha abbracciato il mondo dell’arte astratta minimalista concettuale e le sue opere, coronate dal riconoscimento di numerosi premi, sono esposte in Italia e all’estero. Per volontà dell’artista, le installazioni esposte dal 23 agosto al 14 settembre presso la Fornace di Castellamonte saranno oggetto di asta silente e il ricavato verrà interamente devoluto a Casainsieme Odv (hospice per malati terminali e centro diurno per malati di Alzheimer a Salerano).
Non poteva mancare nella città famosa per le stufe, una sezione dedicata alle stufe elettriche…ovviamente in ceramica! Alla Fornace Pagliero la stufa è sempre stata un punto di forza della propria produzione. Particolare attenzione va prestata alle stufe elettriche a partire dall’avvento dell’energia elettrica in quasi tutte le abitazioni. Queste stufe erano e sono di dimensioni ridotte rispetto alle loro sorelle a legna, gas, petrolio o pellet, in quanto non hanno bisogno di camera di combustione e nemmeno di canna fumaria, ma come quelle hanno una forte valenza decorativa con motivi prevalentemente Liberty. Venivano, come le altre, realizzate a stampatura manuale e colorate, in seconda cottura, con vernici piombiche a base di Ossido di Manganese, che conferiva loro il classico color caramello, tipico di tutte le stufe di quell’epoca e prodotte a Castellamonte fino agli anni sessanta del secolo scorso.
Recentemente, visti i progressi tecnologici, sono tornate ad essere economicamente convenienti portandosi appresso tutti i requisiti decorativi e le misure contenute unite alle novità tecnologiche. Autentici gioiellini d’arredo funzionale.
La Fornace Pagliero, per il 2025, ha dato avvio ad una produzione di nicchia chiamando alcuni artisti locali a produrre degli interventi personali, dando una veste originale e unica, facendo di una produzione seriale dei veri pezzi unici ed irripetibili: “Stufe elettriche d’artista”. Sono stati chiamati a produrre i loro interventi gli artisti: Brenno Pesci, Maria Teresa Rosa e Nino Ventura. Il produttore, per il prossimo futuro, si prefigge di invitare ad intervenire, lasciando il loro segno personale sulle stufette, anche artisti di altre regioni italiane.
Le mostre saranno aperte al pubblico secondo gli orari della 64esima Mostra della Ceramica dal martedì al venerdì dalle 16 alle 20, il sabato e la domenica dalle 10 alle 20.
Per la parte museale ingresso gratuito per chi ha l’abbonamento Torino Musei. Per informazioni telefonare al numero 3774390604, consultare il sito www.fornacepaglierocastellamonte.it o scrivere a [email protected].