FUORIGIOCO – Teatro Modernissimo, NOVENTA VICENTINA

Siamo a Vienna, nella primavera del 1938, le belle giornate sono un invito a stare all’aria aperta Marcus e i suoi amici giocano a calcio nel cortile del palazzo immaginando di essere Matthias Sindelar, il capitano della nazionale austriaca, l’eroe di tutti loro.
In quella primavera, si gioca una storica partita tra Austria e Germania. Sarà l’ultima partita tra le due nazionali che, dopo l’annessione tedesca, si fonderanno in un’unica squadra. Sindelar rifiuta però di suonare lo spartito scritto dalle autorità naziste. E inventa. Gol e assist memorabili durante la partita. Poi, fuorigioco, un gesto altrettanto straordinario e clamoroso. A Matthias Sindelar però non la perdoneranno, non gli perdoneranno, aver rifiutato di perdere la partita e soprattutto di non aver alzato la mano al cielo per il saluto nazista. Non perdoneranno di aver voluto coniugare i valori sportivi con quelli sociali. Marcus dagli spalti non comprende fino in fondo cosa accade: davanti ai suoi occhi il suo eroe calcistico sta facendo qualcosa che richiama gli applausi degli austriaci, col tempo avrà modo di comprendere che la resistenza è fatta di piccoli gesti.