L’USIGNOLO E L’IMPERATORE

Il grande imperatore della Cina scopre che, di tutte le meraviglie del suo regno, la più invidiata al mondo è il canto di un usignolo che vive ai margini del suo immenso giardino. Quando l’imperatore riesce finalmente ad ascoltare il canto di quel meraviglioso uccellino, si commuove di tanta bellezza e fa rinchiudere l’usignolo nelle preziose stanze del suo palazzo. Un giorno, però, dal Giappone gli viene offerto in omaggio un uccellino meccanico capace di cantare con perfezione inaudita. Il nuovo arrivo soppianta l’usignolo nelle grazie dell’Imperatore e il piccolo animale vola via, senza fare più ritorno. Col tempo il nuovissimo uccellino meccanico, con la sua ripetuta perfezione, non riesce più a colmare la nostalgia per quel canto naturale, unico e inimitabile dell’usignolo e finisce un giorno per rompersi. Il grande Imperatore si ammala così di una tristezza inguaribile che lo porta sul punto di morire, quando improvvisamente l’usignolo torna a fargli vista cantando per lui da un ramo del suo giardino. L’imperatore ritrova in quel canto e in quel gesto gratuito il gusto per la vita e per la bellezza più autentica.

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