TERRA MATTA

Vincenzo Pirrotta porta in scena una nuova edizione dell’adattamento teatrale di Terra matta, l’eccezionale autobiografia di Vincenzo Rabito, contadino siciliano analfabeta che ha lasciato un’appassionata testimonianza della storia del Novecento italiano attraverso emozionanti e suggestive pagine dattiloscritte, pubblicate nell’omonimo libro edito da Einaudi.

Classe 1899, Rabito visse gran parte della sua vita in condizioni drammatiche: fin dalla prima infanzia si dedicò al faticoso lavoro nei campi per mantenere sei fratelli e la madre vedova, passando poi per le trincee durante la Prima Guerra Mondiale, sopravvivendo alle bombe della Seconda, alla fame atavica del Sud contadino, fino all’improvviso benessere della «bella ebica» del boom economico.

A rendere unica questa minuziosa autobiografia, dettata dalla necessità di far fronte a un’estrema battaglia quotidiana portata avanti giorno dopo giorno dal 1967 al 1970, è la lingua: un misto di parole inesistenti, neologismi ricchi di figure retoriche utili a rendere emozioni e sentimenti di una «molto desprezzata e maletrattata vita».

Pirrotta riprende in mano il dattiloscritto di Rabito, custodito dal 1999 all’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, per dare voce, e nuova vita, a quella che è stata definita una straordinaria epopea dei diseredati.

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